Quattro tecniche di sopravvivenza quotidiana

“L’orrore, l’orrore” Sono le parole che il famigerato Kurtz pronuncia a fior di labbra prima di morire nel celebre film Apocalypse Now. Nel discorso che tiene poco prima dice anche: “L’orrore ha un volto e bisogna essere amici dell’orrore”.

Ora, amici o meno, si tratta sicuramente di qualcosa che nelle nostre miserabili vite dovremmo prima o poi affrontare. Non conta come lo nominiamo: solitudine, indifferenza, vuoto, insignificanza, violenza, ansia, malattia, morte, ecc. Sappiamo che è lì in agguato e che dobbiamo affrontarlo. Giusto? No, sbagliato. Perchè nel corso di millenni di evoluzione umana abbiamo messo a punto numerose tecniche per sopravvivere in una beata incoscienza, una benefica autolimitazione della nostra capacità intellettiva. Ci accechiamo volontariamente per poter sopravvivere in un modo che sia minimamente decente. Questa è la teoria esposta da P. W. Zapffe nel suo L’ultimo messia, un classico del pensiero pessimista (o realista, a seconda delle opinioni).
Senza andare per le lunghe, Zappfe sostiene che la vita nella sua nuda essenza è un carico di dolore e sofferenza inutile, punteggiato da pochi istanti di piacere che ci danno la forza per tirare avanti. Quindi le persone preferiscono non farsi troppe domande filosofico-esistenziali, per puro inconscio istinto di sopravvivenza.

Descrive anche quattro meccanismi difensivi che quasi tutta l’umanità mette in campo per tirare avanti:

1. Isolamento. Nel senso di nascondere i problemi reali sotto al tappeto della coscienza: le persone evitano sia di pensare che di parlare dei problemi filosofico-esistenziali. Meglio parlare di calcio o motori;

2. Ancoraggio. Le persone si attaccano con forza alle proprie certezze, per fare gruppo e sentirsi al sicuro, siano esse credi religiosi, ideologie politiche, sottoculture, o anche illusioni prettamente personali (come l’ideale di amore). Incredibilmente funziona ancora;

3. Distrazione. Le persone cercano in tutti i modi di occupare il loro tempo e i loro pensieri: si dedicano ad attività materiali e/o superficiali per distrarsi dai pensieri esistenziali. Viva le serie tv;

4. Sublimazione. Le poche persone che guardano in faccia l’orrore e lo esorcizzano, per quanto possibile, in modo estetico/artistico. Per esempio scrivendo su un blog.

 

Questo è quanto. La soluzione finale, per Zappfe, è l’antinatalismo: smettere di fare figli, portatori sani di futura disperazione, ed estinguersi come specie.
Voi come vi difendete dall’orrore? Lo vedete? Se avete soluzioni, vi prego, fatevi avanti.

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